Il Manifesto

(SINTESI)

I Sindaci dei Comuni di Cappella Maggiore, Cison di Valmarino, Codognè, Colle Umberto, Conegliano, Cordignano, Farra di Soligo, Follina, Fregona, Godega S. Urbano, Mareno di Piave, Miane, Moriago della Battaglia, Orsago, Pieve di Soligo, Refrontolo, Revine Lago, San Fior, San Pietro di Feletto, Santa Lucia di Piave, Sarmede, Segusino, Sernaglia della Battaglia, Susegana, Tarzo, Valdobbiadene, Vazzola, Vidor e Vittorio Veneto, tutti ricadenti nel territorio della Provincia di Treviso, hanno sottoscritto il Manifesto per le “Terre dell’Acqua” con l’obiettivo di valorizzare a fini turistici i territori ricompresi nel loro ambito amministrativo, coincidente con quelli e anche limitrofi, compresi nel sito candidato ad essere dichiarato dall’UNESCO patrimonio dell’Umanità con la denominazione “Le Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene”.

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Il paesaggio

L’aspetto unico e straordinario di buona parte di questo territorio scaturisce da una simbiosi armonica, un legame inscindibile e viscerale tra una natura superba e l’uomo, la sua opera millenaria, il lavoro duro umile e quotidiano, rimasto immutato nei secoli e scandito dai ritmi imposti dalla natura. Le colline e il loro andamento hanno temperato il carattere degli uomini che le abitano e questi, con la loro opera tenace, le hanno lentamente modificate traendone sostegno per generazioni e ottenendo paesaggi irripetibili ed unici, oggi ricchezza straordinaria per il territorio e a breve per l’Umanità intera. Questo è il risultato della storia umana e silenziosa di gente dedita al lavoro e legata alla propria terra che ha saputo adattarsi alla evoluzione dei tempi, alle esigenze di mercato e di sviluppo.

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L’acqua

In questi luoghi l’acqua ha svolto in passato un ruolo vitale, generando molteplici e diversificate identità territoriali in grado di sostenersi scambievolmente, dalle attività artigianali alle pratiche agricole che nel tempo non solo hanno contribuito a migliorare le condizioni di vita delle popolazioni ma hanno modellato, nel pieno rispetto delle preesistenze storiche, artistiche e ambientali, quel paesaggio unico e irripetibile oggi vocato ad essere dichiarato dall’Unesco bene dell’Umanità. La vera sfida sarà quella di rivitalizzare e conservare il patrimonio idrico con i suoi valori di identità, memoria, bellezza estetica e qualità della vita collettiva, restituendo all’acqua quel valore centrale che ha segnato le vicende storiche, culturali e di sviluppo delle economie locali. È il caso del Piave dei suoi principali affluenti, quali il Soligo, i laghi di Revine, i Palù, le Fontane Bianche e tutti quei corsi d’acqua minori che compongono il sistema idrico locale. Attorno a questo straordinario “totem identitario” dovrà costruirsi una solida strategia di recupero, riqualificazione e comunicazione del patrimonio complessivamente inteso, per dare avvio ad uno sviluppo turistico ecosostenibile in grado di restituire linfa vitale all’economia dei territori coinvolti.

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L’Ambito territoriale

La individuazione dell’area di intervento denominata “Le Terre dell’Acqua” è stata effettuata in funzione del ruolo che le risorse idriche hanno avuto dalle origini nel territorio. Ciononostante la definizione della dimensione e dei confini dell’Ambito è stata compiuta anche attraverso la inclusione di ulteriori potenzialità, risorse, valori omogenei, e progetti in atto e di tutti quegli elementi aggreganti e indispensabili alla creazione di un autentico sistema economico integrato. L’ambito delle “Terre dell’Acqua” non costituisce un’ulteriore sovrastruttura ma una valorizzazione delle realtà di coordinamento esistenti.

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Il Sito UNESCO

Pietra angolare per lo sviluppo futuro dell’intero territorio è stato il riconoscimento da parte dell’UNESCO delle Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene quale Patrimonio dell’Umanità, un vero e proprio paesaggio culturale, espressione dell’opera dei viticoltori che hanno contribuito nei secoli a creare uno scenario unico, trasformando la marginalità in opportunità economica, dando vita così ad un modello di successo,testimonianza della tenacia delle comunità locali ed esempio di buone pratiche per la gestione degli ecosistemi e il mantenimento di un paesaggio rurale.

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Innovazione all’insegna
del valore acqua

Nell’ambito di questa nuova visione di sviluppo territoriale il comprensorio delle Terre dell’Acqua potrà acquisire la funzione di un autentico hub turistico, che da una parte si autoalimenterà attraverso l’azione di marketing e la valorizzazione del proprio fattore complessivo di attrazione e, dall’altra, sarà in grado di offrire servizi globali, in termini di ricettività, trasporti innovativi, comunicazione e assistenza ai turisti, fungendo da interconnessione con le aree destinate a vitivinocoltura e a quelle equidistanti località particolarmente ambite dal turismo internazionale come Cortina e Venezia, quest’ultima storicamente e naturalmente legate alle Terre dell’Acqua, attraverso le acque del Piave, Fiume identitario della Nazione.

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Il percorso

I sottoscrittori del presente manifesto intendono provocare un’autentica rivoluzione sul piano della percezione della multiforme ricchezza di questo ambito territoriale: l’acqua, il paesaggio, l’ambiente, il patrimonio storico-artistico, i beni immateriali, le tradizioni, la tipicità del patrimonio enoagroalimentare e le attività produttive. Il piano strategico avrà l’obiettivo di valorizzare questa straordinaria ricchezza, a sostegno e in piena sintonia con il futuro Piano di Gestione del sito riconosciuto dall’Unesco patrimonio dell’Umanità.

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Il piano strategico

Le eccellenze territoriali dell’area, comprese quelle caratterizzate dalle produzioni vitivinicole di qualità, saranno valorizzate ai massimi livelli per porle alla attenzione del turismo nazionale e internazionale, attraverso l’infrastrutturazione e la creazione di una serie di reti e di circuiti integrati finalizzati al miglioramento dei servizi turistici in termini di ricettività, accoglienza e comunicazione.
Il Piano dovrà promuoverla cultura della qualità e della bellezza, quali presupposti di sviluppo turistico e qualità della vita. Il Piano indicherà tempi e modalità per la messa a rete dei borghi degradati e spopolati anche attraverso la realizzazione dell’“albergo diffuso”. L’attuazione di questo disegno richiederà grande forza persuasiva, capacità di suscitare entusiasmo e di aggregazione di tutte le componenti istituzionali e della società, università, imprese pubbliche e private, fondazioni, istituzioni culturali, scolastiche e associazioni.

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La rete dei sindaci

I Sindaci firmatari del Manifesto costituiscono la Rete dei Sindaci per le “Terre dell’Acqua”, organizzata in forma aperta. L’Associazione Temporanea di Scopo per la valorizzazione delle “Terre dell’Acqua” è il soggetto preposto all’attuazione del Piano strategico e al coordinamento dei progetti. La Rete ha tra i suoi obiettivi quello di promuovere incontri a livello locale per diffondere il contenuto del Manifesto al fine di conseguirne la più ampia condivisione. In prima istanza a coordinamento delle azioni e degli indirizzi per il piano è stata chiamata l’IPA Terre Alte e creato una Cabina di Regia dedicata allo scopo, che sarà costituita dai Sindaci dell’Ambito.

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